Arriva per la prima volta a teatro, lo straordinario
romanzo di Vincenzo Cerami da cui è stato tratto il capolavoro cinematografico
di Mario Monicelli; sarà il Teatro Eliseo di Via Nazionale in Roma a proporre l’atto
unico di 90 minuti de “Un borghese piccolo piccolo” dal 17 ottobre al 5 novembre
prossimi (prezzi da 20 a 40 euro) con Massimo Dapporto nei panni di Giovanni
Vivaldi, per la regia e adattamento di Fabrizio Coniglio e le musiche del
maestro Nicola Piovani.
Il romanzo, che diverge dal
film in alcuni nodi narrativi essenziali, è un ritratto di agghiacciante
attualità. La peculiarità dell’opera è la tinta grottesca con cui Cerami
descrive le umili aspirazioni di Giovanni Vivaldi, il borghese piccolo piccolo,
e che si cerca di ripercorrere nell’adattamento di Fabrizio Coniglio con
l’interpretazione dell’icona Massimo Dapporto (altri attori: Susanna Marcomeni,
Roberto D’Alessandro, Matteo Francomano e Federico Rubino) capace di rendere il
ridicolo e il tragico nello stesso tempo, offrendo grande umanità e semplicità
alla famiglia Vivaldi
Il più grande desiderio del
protagonista, un uomo di provincia che lavora al ministero, è quello di
“sistemare” suo figlio Mario, proprio in quel ministero in cui Giovanni lavora
da oltre trent’anni. Ma come ottenere una raccomandazione per il figlio? Ecco
l’inizio della sua ricerca disperata di una “scorciatoia”, in questo caso
rappresentata dalla Massoneria, per garantire un futuro al figlio. Le
aspirazioni, il desiderio di raggirare le regole che una società democratica e
civile impone, sembrano quasi connaturate nell’animo di ogni cittadino
italiano. Racconta il regista Fabrizio Coniglio: “Quella che mettiamo in
scena è una tragicommedia che nella prima parte regalerà momenti di comicità a
tratti esilarante. Il Borghese piccolo piccolo è Giovanni Vivaldi, un uomo di
provincia che lavora al ministero, il cui più grande desiderio è quello di
“sistemare” suo figlio Mario, proprio in quel ministero in cui Giovanni lavora
da oltre trent’anni. Ma come ottenere una raccomandazione per il figlio? Ecco
l’inizio della sua ricerca disperata di una “scorciatoia”, in questo caso
rappresentata dalla Massoneria, per garantirgli un futuro. Le aspirazioni, il
desiderio di raggirare le regole che una società democratica e civile impone,
sembrano quasi connaturate nell’animo di ogni cittadino italiano. La
Scorciatoia o la raccomandazione è avvertita dalla nostra società come qualcosa
di necessario per sopravvivere: forse, in fondo, non crediamo più nella
possibilità di essere tutti uguali di fronte alla legge e nelle pari
opportunità di emancipazione sociale ed economica. Questo è lo snodo più
fortemente attuale della storia; racconteremo questo grande romanzo classico
con il sorriso, che solo i grandi autori come Vincenzo Cerami hanno saputo e
sanno ancora regalarci”.
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