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A cura di ANDREA CURTI

lunedì 15 maggio 2017

TENNIS - Internazionali d'Italia, 2a giornata: Ecatombe azzurra, restano Fognini e la Vinci...


Se da una parte si pensa esclusivamente a togliere sassolini dalle scarpe con l’onnipresenza via etere, dall’altra bisognerebbe soprattutto escogitare un metodo per risollevare le sorti tecniche (e non politiche) di un tennis italiano in crisi netta di risultati. La giornata odierna, la seconda, degli Internazionali d’Italia ha sancito proprio questa profonda decadenza cosicché le speranze azzurre di ben figurare sono appese al numero uno nostrano Fabio Fognini, 29 del mondo e mai oltre il terzo turno a Roma, e alla piccola ma tenace Robertina Vinci, vicina al ritiro dalle competizioni agonistiche. Fognini è sempre col cellulare in mano perché da un momento all’altro potrebbe diventare papà e correre dalla sua bella; nel frattempo, domani sera sul Centrale, a partire dalle 21, il ligure sfiderà Sua Maestà Murray, numero 1 del mondo e defending champion al Foro Italico. Lo scozzese non vive però un gran momento di forma, tanto che a Monte Carlo e Madrid ha ceduto ad avversari non irresistibili come lo spagnolo Ramos e il croato Coric. E poi c'è il vivo ricordo di quel 6 aprile 2014 quando, sul rosso artificiale sul lungomare di Napoli, Fognini rifilò tre set secchi a Murray, forse la miglior performance in carriera del ligure. Nel femminile si rimane aggrappati alla Vinci che, nel secondo match sul Pietrangeli (o Stadio della Pallacorda, vecchio Centrale) incontra la mancina russa Makarova, brutta cliente che però appare un po’ in flessione. Si cercano conferme nel gioco di Robertina dopo la sfortunata prova di Madrid contro la Halep; ritrovarlo sarebbe come sfilare in passerella sul tappeto rosso del Foro Italico. Riavvolgiamo però per un attimo il nastro e rendicontiamo sulla giornata trascorsa. I due 22enni italiani in gara con wild card, ovvero il sanremese Mager (363 del mondo) e il biellese Napoletano (181) , hanno sì tenuto testa ai loro più esperti e blasonati avversari, ma sono usciti sconfitti e in un certo senso ridimensionati, dal momento chela storia ci insegna che Becker a 17 vinceva Wimbledon e Chang il Roland Garros. Che fine ha fatto la scuola italiana? Chi lavora per costruire giocatori per il futuro? Come si può non vedere che siamo in pezzi e raccoglierli e riassemblarli non è una passeggiata? Anche perché pure Seppi pare aver alzato bandiera bianca avendo dichiarato (dopo la sconfitta con Almagro) che “in questo momento mi è scesa un po’ la voglia, spero che torni…”. La Errani poi è una che lotta tanto, dà tutto in campo ma non ha solo l’avversaria, lotta anche contro i suoi limiti tecnici (su tutti, il servizio) che adesso sono imbarazzanti e di (oramai) improbabile correzione. Perché in passato andava bene così. Bastava alzare trofei. Il tennis italiano va rifondato. Subito.Non c'è più tempo da perdere.

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