Ogni break un urlo, una faccia
cattiva; Djokovic è tornato combattivo ed ha sepolto di colpi il rampante
ventitreenne austriaco Thiem, che nei quarti aveva sconfitto Nadal. Solo 59
minuti e la pratica austriaca è sbrigata: il serbo ha lasciato la miseria di un
gioco a Thiem ed ha giocato con impressionante profondità, sicurezza e
determinazione (un dato fenomenale: nel primo set un solo errore non forzato!).
Così domani alle 16 sul Centrale del Foro Italico Djokovic, all’ottava finale a
Roma, tenterà di vincere per la quinta volta gli Internazionali d’Italia, e sul
suo cammino c’è un altro scontro generazionale da affrontare, ovvero il
predestinato Alexander Zverev, 20 anni di Amburgo, che ha colto la prima finale
della sua giovane carriera in un Masters 1000 (l’ultimo tedesco fu Kiefer agli
Open del Canada 2008) sconfiggendo in tre partite l’americano John Isner
La personalità di Zverev ha fatto
la differenza in campo; malgrado la giovane età (Isner ne ha 32), il tedesco
sembrava un giocatore esperto, capace di azzeccare la tattica giusta al momento
giusto, di optare per le scelte migliori anche nei momenti di difficoltà. Così
è accaduto che, nella prima frazione, Zverev ha breakkato lo spilungone
americano (208 cm) al quinto game
tirando fuori dal cilindro un rovescio corto in back su cui Isner non è
riuscito ad arrivare, ha consolidato il punteggio sul 4-2 con un diritto
vincente ed ha mantenuto il break di vantaggio sino al 6/4 in suo favore. Nel
secondo set la partita si è incanalata sui binari che tanto piacciono ad Isner,
cioè dritta dritta verso il tie-break, che l’americano ha portato a casa
complice l’unico passaggio a vuoto del ragazzo tedesco nei primi tre
punti. Zverev però, ed è qui che ha
superato la prova di maturità, ha resettato tutto per gettarsi a capofitto di
nuovo nel match, senza perdersi d’animo; passante straordinario su un attacco
azzardato di Isner sulla seconda di servizio ed è break al secondo gioco,
implacabile nel servizio (12 gli aces contro gli 8 dell’americano) e freddo e lucido nel quinto game, decisivo,
quando cioè Isner si è trovato a disposizione tre palle del contro-break per
rientrare in partita. Zverev ha sciorinato il meglio del suo repertorio, ovvero
aces, fondamentali vincenti, e via dicendo. Ed ha chiuso la contesa 6/1 con un
facile smash vincente diventando così il più giovane finalista a Roma dai tempi
del 2006 (diciannovenne Nadal). Nel femminile, la finale delle ore 13 è
Halep-Svitolina, con un po’ di delusione. Perché se il successo della romena
sull’olandese Bertens era abbastanza scontato anche per il suo grande stato di
forma (decimo successo consecutivo da Madrid ad oggi), quello della ucraina
Svitolina è dettato dal forfait della bella spagnola Muguruza, numero 3 del
seeding, la quale ha abbandonato il Centrale dopo 22 minuti di gioco per un
risentimento alla gamba destra, visibilmente fasciata già da qualche
giorno.
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