I bambini con disturbi dello spettro autistico possono avere
competenze socio-emotivo-relazionali già presenti o emergenti al momento della
diagnosi e della presa in carico, tali da predire una prognosi positiva della
loro sintomatologia. La conferma arriva da una ricerca dell’Istituto di
Ortofonologia di Roma (IdO) pubblicata sulla rivista internazionale ‘Autism
Open Acces’ e relativa ai risultati raggiunti dalla somministrazione su 49
bambini autistici della nuova batteria di test TULIP (TCE, UOI, Leiter-R as
Indicators of Predictivity), ripetuti poi a distanza di due e quattro anni di
terapia. Con questo lavoro l’IdO ha raggiunto due obiettivi: arrivare a delle
diagnosi differenziali tra i diversi tipi di autismo in età evolutiva e
individuare indici predittivi che evidenzino non solo i deficit ma anche le
potenzialità del bambino. “Questo ci ha permesso di isolare una categoria di
minori con una sintomatologia autistica connessa a un canale
emotivo-relazionale, dove l’area dell’affetto sociale rappresenta il target
terapeutico a cui rivolgere il trattamento. Significa orientare anche la
prognosi positivamente, non pensando che essa sia sempre infausta”, precisa
Magda Di Renzo, responsabile del servizio di Terapia dell’IdO e psicoterapeuta
dell’età evolutiva.
Il lavoro dell’IdO, focalizzandosi appunto sulla ricerca di indici
predittivi di evoluzioni future, ha dimostrato che il Ragionamento Fluido
(misurato con la scala Leiter-R su 90 bambini per la valutazione cognitiva
della capacità intellettiva non verbale), la capacità di comprendere le
intenzioni altrui (valutata su 100 minori attraverso il Test di Meltzoff sulla
Uoi – Understanding of intention) e la capacità di essere contagiati dalle
emozioni altrui (Tce - Test del contagio emotivo somministrato su 46 soggetti)
sono predittori di una prognosi positiva della sintomatologia se presenti o
emergenti in un bambino autistico al momento della presa in carico. Il protocollo TULIP è stato illustrato a Roma al XVII convegno nazionale
dell’IdO, ‘Dal processo diagnostico al progetto terapeutico. Per un approccio
mirato al singolo bambino’, in diretta streaming nazionale sul sito www.ortofonologia.it.
“Il valore predittivo del Ragionamento Fluido - afferma l’équipe dell’IdO -
essendo una valida misura dell’intelligenza innata che si esprime attraverso la
capacità di risolvere i problemi indipendentemente dall’esperienza e dalla
cultura, conferma l'importanza clinica di trovare un potenziale strettamente
connesso alla flessibilità delle strategie mentali, quali capacità di
astrazione e deduzione con valore prognostico discriminante all'interno di una
patologia caratterizzata da forti rigidità comportamentali e di pensiero”.
Dunque, l’evoluzione positiva di un bambino con autismo (misurata con il gold
test ADOS che valuta la gravità della sintomatologia, ma non consente sempre di
arrivare a prognosi adeguate) “non dipenderà tanto dal livello del Quoziente Intellettivo
(QI) del minore, ma anche dalla flessibilità delle sue strutture mentali, dalla
capacità di comprendere le intenzioni altrui e di rispondere emotivamente”.
Esemplificativi sono i risultati emersi a 4 anni di distanza dall’inizio
dell’approccio terapeutico evolutivo dell’IdO (denominato ‘Progetto Tartaruga’
e descritto in un articolo sulla rivista scientifica 'Austin Journal of Autism
& Related Disabilities'http://austinpublishinggroup.com/autism/onlinefirst.php),
che hanno confermato che il Ragionamento Fluido, e non il Quoziente
Intellettivo generale, al momento della presa in carico è stato un predittore
significativo di cambiamento nella sintomatologia autistica.
Il 29% dei bambini a cui è stato sottoposto il TULIP (14 su 49 dai 2 ai 7
anni di età), che hanno mostrato di avere competenze socio-emozionali al
momento della presa in carico, sono usciti dall’autismo (in base ai punteggi
Ados) dopo 4 anni di terapia. “L'utilità di definire, al momento della prima
valutazione, un profilo di sviluppo attendibile per una positiva evoluzione del
disturbo, consente di pianificare l'intervento specifico calibrato sulle
potenzialità del bambino- afferma l’equipe dell’IdO- che possa nel tempo
garantire uno sviluppo più armonico e integrato delle capacità socio-cognitive.Tale
lavoro dimostra che il modello è valido e ripetibile e, come sostengono la
maggior parte degli studi in materia, conferma che l’autismo non è unico e
dunque- concludono- la nuova frontiera è l’individuazione di profili quanto più
individualizzati possibili”.
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