Non solo Giochi Olimpici: il 2017
è un anno chiave per lo sport italiano. In settembre a Lima si saprà se Roma
2024 potrà avere vita, sperando di rinverdire i fasti delle Olimpiadi del 1960.
Poi in autunno l’International Board di Rugby ufficializzerà il Paese ospitante
della decima Coppa del Mondo che si svolgerà nel 2023, un anno prima dei Giochi
Olimpici. A tal proposito la Federazione Italiana Rugby ha individuato i dodici
impianti validi ad ospitare i quarantotto incontri del Mondiale di Rugby e per
i quali la FIR è in attesa di ricevere le manifestazioni d'interesse da parte
dei rispettivi Comuni. Roma, la Capitale, con lo Stadio Olimpico e lo Stadio
Flaminio (che verrebbe riqualificato così come l’area circostante) è l'unica
città con due impianti in lista ma la candidatura italiana coinvolgerà l'intero
territorio nazionale, dalla Sicilia al Friuli Venezia Giulia. "La Rugby
World Cup è uno degli eventi sportivi più prestigiosi sulla scena
internazionale - ha dichiarato il Presidente Alfredo Gavazzi - e
siamo certi che i tempi siano maturi per portare nel nostro Paese questa
straordinaria manifestazione. Siamo in attesa di ricevere dal Governo l'impegno
a fornire le garanzie economiche richieste e stiamo completando il reperimento
delle manifestazioni d'interesse da parte dei Comuni". "Quella
italiana - ha proseguito Gavazzi - ha tutte le carte in regola
per essere una candidatura forte, il rugby nel nostro Paese continua ad
aumentare i propri praticanti (+13,52% nell'ultimo quadriennio,
110.252 tesserati attuali a fronte di una flessione generale degli sportivi in
Italia ndr) e l'organizzazione degli eventi internazionali è divenuto
uno dei biglietti da visita della nostra Federazione: portare il Mondiale nel
nostro Paese sarebbe una straordinaria opportunità per dare nuovo impulso alla
crescita del rugby in Italia, generando al tempo stesso un impatto economico importante
per l'intero Paese".
Ecco la lista degli impianti
identificati dalla FIR per la candidatura alla Rugby World Cup 2023:
Roma, Stadio Olimpico - capienza
72.698;
Roma, Stadio Flaminio - capienza
30.000 c.a.;
Milano, Stadio "Giuseppe
Meazza" - capienza 81.277;
Torino, Stadio Olimpico -
capienza 27.958;
Genova, Stadio "Luigi
Ferraris" - capienza 36.599;
Firenze, Stadio "Artemio
Franchi" - capienza 47.290;
Bologna, Stadio "Renato
Dall'Ara" - capienza 38.279;
Udine, Stadio "Friuli"
- capienza 25.144;
Padova, Stadio
"Euganeo" - capienza 32.420;
Napoli, Stadio "San
Paolo" - capienza 60.240;
Bari, Stadio "San
Nicola" - capienza 58.248;
Palermo, Stadio "Renzo
Barbera" - capienza 37.619.
Intanto molti impegni aspettano
la Nazionale del nuovo cittì Conor O’Shea, il primo irlandese alla guida
tecnica del quindi azzurro. Prima c’è il trittico di amichevoli per compattare
la squadra dopo la tournèe con luci ed ombre in Sudamerica (sconfitti con onore
dai Pumas argentini e vittorie soffertissime contro Usa e Canada). Sono oltre ventimila biglietti venduti in meno di due
settimane per Italia-Nuova Zelanda del prossimo 12 novembre all’Olimpico di
Roma con gli All Blacks campioni del mondo in carica. Il 19 novembre si
salirà a Firenze all’Artemio Franchi per affrontare gli Springboks sudafricani
mentre a Padova il 26 novembre contro Tonga è d’obbligo la vittoria. E’
chiaro che il Sei Nazioni 2016 sarà un bel banco di prova per verificare la
crescita di un gruppo che sta cercando un non facile ricambio generazionale,
dopo l’uscita dal campo dei senatori storici. L’Italia debutterà nel Torneo
davanti al pubblico di casa domenica 5 febbraio alle ore 15 ospitando il
Galles, mentre sei giorni più tardi, sabato 11 febbraio alle 15.25, sarà
l’Irlanda a fare visita agli Azzurri. Dopo la trasferta inglese del 26 febbraio,
l’Italia tornerà all’Olimpico per la quarta giornata di sabato 11 marzo, ricevendo
la Francia nel match che assegna il Trofeo Garibaldi, per poi chiudere il
proprio cammino il 18 marzo a Murrayfield contro la Scozia.
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