Piovono medaglie e di tutti i metalli per l’Italia che sta sempre più diventando
un popolo di tiratori scelti; nello skeet femminile del tiro a volo è dominio
delle azzurre senza precedenti nella storia con una finale a due tutta italiana
(a livello statistico si tratta della terza "doppietta" olimpica
femminile ai Giochi dopo quelle del fioretto Vezzali-Trillini ad Atene 2004 e il podio
completo Di-Francisca-Errigo-Vezzali di Londra 2012. Innanzitutto l’esordiente
Diana Bacosi e l’olimpionica
di Pechino 2008 Chiara Cainero si erano qualificate agevolmente
all’ultimo atto
tra le migliori sei, poi hanno dato vita ad un testa a testa che, allo
spareggio,
ha visto primeggiare 15-14 (su 16 piattelli) la novellina Bacosi
sull’esperta
Cainero. Fair play a fine gara con dedica d’obbligo: “E’ un oro che
intendo
condividere con tutta la mia figlia”, ha dichiarato la Bacosi,
“soprattutto con
mio figlio Mattia. La difficoltà più grande è stato lasciarlo a casa e
non vedo
l’ora di riabbracciarlo. Pensavo di festeggiare – ha continuato la neo
campionessa
olimpica – correndo come Benelli ad Atene ma quando ho visto il
tabellone, mi
sono bloccata e non ce l’ho fatta a trattenere le lacrime”. Soddisfatta
anche
la Cainero: “Per me è un argento che vale come un oro, la Bacosi è stata
brava
e sono contenta per lei e per i sacrifici che ha fatto”. Dal canottaggio
un
altro importante bronzo: è il “quattro senza” a vincere la regata delle
imbarcazioni
“normali”, dal momento che gli inglesi si sono confermati campioni
olimpici ma
sempre tallonati dagli australiani. Domenico Montrone, Matteo Castaldo,
Matteo
Lodo e Giuseppe Vicino hanno rimontato allo sprint un Sudafrica che,
sino ai
1500 metri, aveva una punta di vantaggio sull’armo azzurro. Anche la
medaglia di legno è arrivata a casa Italia: i fiorettisti, col titolo
olimpico di Londra 2012, si sono piazzati solo quarti prendendo due
batoste, la prima in semifinale contro la Francia (30-45) e poi nella
finale per il bronzo contro gli Stati Uniti (45-31), Proprio contro gli
Stati Uniti è stato determinante il black out di Baldini che ha subito
uno 0-8 nell'assalto con Meinhardt quando gli azzurri conducevano 20-17,
il che ha mandato in bambola tutto il resta della squadra che, per la
prima volta da Atlanta 1996, non tornava a casa a mani vuote. Se la
sconfitta della Pallavolo femminile (1-3 dagli Usa), la quarta
consecutiva, era indolore per la già catastrofica eliminazione del team
azzurro,
la prima battuta di arresto del Settebello di Campagna fa un po’
storcere la
bocca ai benpensanti; squadra assai contratta in avanti, gli azzurri si
sono
arresi 10-7 ai campioni olimpici in carica della Croazia, affondati dal
Sukno, giocatore
della Pro Recco che ha rifilato all’Italia una cinquina da “core
ingrato”.
E mentre la coda del nuoto ci porta a sperare in altre medaglie nei 1500
stile libero col campione del mondo Gregorio Paltrinieri miglior tempo e il
quinto tempo di Gabriele Detti (bronzo nei 400), e il record italiano che vuol
dire finale per la 4x100 mista femminile (la Pellegrini parte per ultima), ecco
finalmente in pista l’atletica leggera. A tenere banco subito un record del
mondo; nei 10.000 metri con netto potere africano, a trionfare è l’etiope Ayana
che abbassa di oltre 14 secondi il precedente record (29’17’’45 contro 29’31’’78).
Bene l’azzurro Giordano Benedetti negli 800 che approda alle semifinali col
terzo tempo di batteria. Ma il solito sbruffone Bolt si fa sentire: “Voglio
vincere tutto – ha tuonato il giamaicano, recordmen per eccellenza (9”58 nei
100 e 19”19 nei 200) - venite a vedermi
e non ve ne pentirete, farò la storia. Iniziare coi 200 mi rende nervoso più di
qualsiasi altra gara ma sono in forma e voglio scendere sotto i 19 secondi”.
Usain è sempre Usain.
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