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A cura di ANDREA CURTI

sabato 13 agosto 2016

OLIMPIADI - Quinto oro per l'Italia, ancora dallo skeet: Rossetti, altro cecchino infallibile.



A volte i successi inaspettati sono i più belli. “Piattello dopo piattello mi sono reso conto di potercela fare”, ha commentato Gabriele Rossetti, figlio d’arte (suo padre Bruno prese il bronzo a Barcellona 1992) e capace, nella finale dello skeet maschile (specialità che ha dato due ori, considerando quello della Bacosi nel femminile) contro lo svedese Svensson di issarsi sul gradino più alto del podio a soli 21 anni centrando 16 piattelli su 16 (lo scandinavo ha sbagliato proprio l’ultimo). E’ il quinto oro azzurro alla Olimpiade di Rio de Janeiro che consente al momento di agganciare il decimo posto nel medagliere. Sarebbe quantomeno curioso vedere quanti contributi economici il Coni elargisce alla Federcalcio e quanti alla Federazione di Tiro a Volo; perché è quest’ultima che dà lustro allo sport italiano e “non va fatto un monumento”, come ha dichiarato Malagò, ma vanno semplicemente dati più soldi togliendoli invece a chi da secoli non ottiene risultati importanti. Lo sport che fatica è anche quello della pallanuoto femminile che ha visto il Setterosa centrare i quarti di finale vincendo tutte e tre le partite del girone; ultima vittoria è di 10-5 sulla forte Russia, annichilita nel punteggio (le azzurre hanno chiuso avanti tutti e quattro i parziali: 3-2, 2-1, 3-1, 2-1) e nel gioco di squadra, trascinate dalla tripletta della Bianconi. Lunedì per il Setterosa ostacolo Cina, che sembra tutt’altro che insormontabile, e poi la semifinale per centrare una medaglia di prestigio. Medaglia storica che invece ha centrato nel tennis la portoricana Monica Pueg, il primo di sempre per la sua nazione che nazione vera e propria non è, dal momento che si tratta di un possedimento americano (Isola delle Indie Occidentali, la minore delle Grandi Antille). Ma i discorsi geopolitici con i risultati sportivi c’entrano poco. La Pueg, giovane talentuosa di quasi 23 anni che pareva non esplodere mai e rimanere nel limbo delle promesse non mantenute, ha invece trovato la settimana perfetta e la sua consacrazione nel torneo olimpico battendo la numero 2 del mondo Kerber in finale, e in precedenza la 4 Muguruza e la 14 Kvitova, tutte e tre vincitrici di Grande Slam. E anche nel maschile la fatica ha pagato; stiamo parlando dell’argentino Del Potro, tre operazioni ai polsi alle spalle e un numero 141 del mondo da recuperare dopo essere stato nella top-five. Il gigante di Tandil contro Nadal che di polsi non ne vuol più sapere, ha dato vita ad un match entusiasmante in un continuo saliscendi di punteggio. Nessuno dei due voleva perdere, alla fine Del Potro ha centrato la finale dopo oltre tre ore di gioco e sfiderà per l’oro il campione olimpico e di Wimbledon (pure di Roma…) in carica, lo scozzese Andy Murray, che ha schiantato le velleità del giapponese Nishikori. Domani intanto, tornando a casa nostra, ultima gara in assoluto per Tania Cagnotto che, dopo le Olimpiadi, lascerà l’attività agonistica per coronare il suo sogno di donna; la bolzanina, nella finale del trampolino da tre metri,  si presenta col settimo punteggio. Comunque vada, a lei sì che bisogna ringraziare.
Andrea Curti    

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