Nono oro uguale nono posto in classifica nel testa a testa con Australia (avanti) e Olanda (in parità): questo
sancisce l’attuale posizione dell’Italia nel medagliere delle Olimpiadi di Rio
2016. Ma non si hanno più tante possibilità perché mancano due giorni alla chiusura
dei Giochi. Due finali su tre sono perdute benché trattasi di altrettanti prestigiosi
argenti (11 sinora totalizzati dalla spedizione italiana). Detto della storica
finale del beach, il Setterosa di pallanuoto femminile è stato seccamente sconfitto
dalle americane per 12-5. Le azzurre sono state in partita sino all’intervallo.
Nel primo quarto, al vantaggio yankee della Mathewson rispondeva prontamente
Federica Radicchi ma il pareggio era effimero perché le statunitensi si sono
portate sul 4-1. Piccolo scatto di italico orgoglio nel secondo quarto,
concluso 2-1 e svantaggio portato a meno 2. Il ritorno in vasca però è stato
devastante per le nostre giocatrici, costrette a far da comprimarie subendo un
altro 4-1 nel terzo e sbagliando pure un rigore. E’ quello forse il segno della
resa definitiva, ma una resa con le armi. “Questo argento vale più dell’oro”,
ha commentato il cittì Fabio Conti, “è un miracolo sportivo perché c’è la
consapevolezza di aver rilanciato definitivamente tutto il movimento. Ci
servirà capire quale sarà il prossimo passo da compiere”. E’ un po’ quello che
potrebbe passare nella mente di un altro commissario tecnico, quello della
pallavolo maschile, Blengini, che con calma e saggezza ha portato l’Italia a
giocarsi quel nono oro che manca tanto alla spedizione azzurra. Ma quello con
gli Stati Uniti è stata una semifinale pazzesca, emozionante per i nostri
azzurri passati dall’inferno al paradiso in poco tempo e conclusasi in un
vibrante tie-break. Inizio thrilling per l’Italia che va sotto 5-1 e un
macchinoso cambio palla e un contrattacco lento e prevedibile permette agli Usa
di volare 14-8, 19-15, 20-16, 21-17. Quando cioè si pensava che gli Stati Uniti
potessero portare a casa il set, ecco gli occhi di tigre, il fervore agonistico
animare lo spirito del sestetto azzurro. Quattro attacchi su sette portano la
firma di Juantorena, l’ace di Zaytsev è quello del meno uno (22-23) e il
pareggio del 23-23 è siglato da Lanza. Che viene murato subito dopo ed ecco il
primo set point Usa. Di nuovo parità con Zaytsev e miracolo di Lanza sul
secondo set point americano, bravo da terra a fare il racchettone e permettere
al martello di Zaytsev di sfondare. Complessivamente saranno cinque i set point
annullati agli americani e sul primo a disposizione, nato da un tocco maldestro
degli avversari non visto dall’arbitro ma dai giudici di linea, la ricezione di
Sender è difettosa e consegna un insperato 30-28. Il secondo set è a parti
invertite: break Italia importante 17-14 traslato sino al 21-18 e sapore in
bocca del 2-0 in termini di set. Invece nisba. Il primo tempo Usa riparte che è
una meraviglia, le murate, i pallonetti, le schiacciate e gli ace sul servizio di
Superman Anderson (specie sul set point Italia del 25-24) fanno la differenza:
28-26 Brasile e tutto da rifare per i ragazzi di Blengini. Che cedono di
schianto il terzo (25-9), probabilmente per aver pagato lo sforzo fisico dei
due set tiratissimi. Così si riparte alla caccia del quarto dove regna l’equilibrio
tra americani che sentono odore di finale e gli azzurri che non vogliono
mollare. Si arriva al break azzurro che rimette le carte in tavola: 25-22 e il
gioco continua. Thrilling e adrenalina pura sino alla fine, sino ad un
tie-break che decide se andare nel paradiso della finalissima o nel purgatorio
della finalina del bronzo. Calato Juantorena, entra in cattedra di nuovo
Zaytsev a muro e in battuta e ne scaturisce un 15-9 definitivo. Ora non ci
resta che attendere domenica dalle 18.15, sfida per l’oro (alla Russia o al
Brasile che hanno battagliato in piena notte italiana). Intanto la pallanuoto
maschile (ore 18) si gioca la medaglia di bronzo, la settima sarebbe per l’Italia,
contro il Montenegro. Dai ragazzi di Campagnia, che non sono i cugini, ci si
attende la 26ma medaglia, la settima di bronzo.
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