Lo sport è imprevedibile: succede infatti che un “due senza” di
canottaggio, nato 20 giorni fa per la squalifica per doping di Niccolò Mornati
tra i vogatori esclusi dal “quattro senza”, riesca ad arrivare ad un bronzo
olimpico. L’impresa, che vuol dire dodicesima medaglia per l’Italia, è firmata
dai campani Marco Di Costanzo e Giovanni Abagnale, 24 anni da Napoli e 21 anni da Castellammare di Stabia, capaci di
lottare fino alla fine con le altre imbarcazioni per salire sul podio. Sotto
gli occhi del Cristo Redentore di Rio, in finale in acqua tre gli azzurri hanno
imbastito subito la gara sul ritmo (43 colpi malgrado il vento contrario) e, al
passaggio dei primi 500 metri, erano indietro solo ai sudafricani di meno di
mezzo secondo Di Costanzo guardava costantemente a sinistra per cercare di tamponare
la situazione, Nel mentre, i neozelandesi dei record (non perdono una gara dal
2009 con 69 di imbattibilità) Mjurray e Bond risalivano rapidamente il campo di
gara e già ai 1000 metri erano davanti a italiani e inglesi, per poi prendere
il largo definitivamente verso l’oro. Si profilava quindi una lotta a tre per
due posti. Ai 1500 metri stra-prima la Nuova Zelanda poi la Gran Bretagna e l’Italia
tallonata dal Sudafrica. Partiva così lo sprint finale e mentre i neozelandesi
tagliavano il traguardo in netta
solitudine, si ergeva il Sudafrica mentre i nostri riuscivano a tenere a bada
il ritorno degli inglesi e a portare a casa increduli il bronzo olimpico. Difficile
dire se anche la pallanuoto femminile possa arrivare così lontano; per il
momento il Setterosa c’è e la seconda vittoria nel girone, sofferta (con un
solo black-out, da 4-2 a 4-4) ma meritata contro l’Australia, proiettano le
ragazze direttamente al match coi russi per la importante supremazia del
raggruppamento. Sicuramente nel singolare non arriverà a medaglia Fabio
Fognini, tennista che si odia e si ama al contempo, capace cioè di salvare con
testa e cuore due match point nel secondo turno all’avversario (il francese
Paire) e poi negli ottavi di rifilare otto games consecutivi (da 1/6 1-2 a 6/2 3-0 con 1 palla del 4-1) al
numero 2 del mondo, lo scozzese Andy Murray, fino a quel momento falloso e poco
determinato, ma domato nel gioco e nelle intenzioni di gioco. Ma il match d’improvviso
è girato di nuovo dalla parte dello scozzese che ha infilato la sequela vincente
di sei giochi consecutivi approdando così ai quarti e lasciando l’amaro in
bocca ad un Fognini vicinissimo all’impresa ma che ha spento la luce sul più
bello non trovando più la giustezza dei suoi colpi, nonostante i cori da stadio
in suo favore. Però non è detto che non porti una medaglia; in coppia nel misto
con l’amica e conterranea di sua moglie, Roberta Vinci, gli azzurri hanno battuto
i numeri 2 del tabellone, i francesi Herbert e Mladenovic, per 6/4 3/6 10-8, ed
ora nei quarti sfidano gli americani Raam e Venus Williams per entrare nella zona
medaglie. Anche per la Vinci è l’ultima chance; infatti nel doppio femminile
con Sara Errani, la partita è andata male. Troppe le occasioni sprecate dalle
azzurre contro le ceche Safarova a Strycova, Sembrava fatta quando le due italiane
si sono trovate avanti 6/4 e 3-0 con due break di vantaggio, invece le ragazze
ceche sono risalite 3 pari e le nostre hanno gettato al vento ben 4 palle del
5-3. E nella terza frazione Errani-Vinci sono andate sotto 2-5, tentato il
recupero mancando una palla del 5 pari. Ma il treno passa una volta sola.
Peccato davvero.
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