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A cura di ANDREA CURTI

giovedì 11 agosto 2016

OLIMPIADI - Dal canottaggio (due senza) la dodicesima medaglia: Il bronzo degli esclusi.

Lo sport è imprevedibile: succede infatti che un “due senza” di canottaggio, nato 20 giorni fa per la squalifica per doping di Niccolò Mornati tra i vogatori esclusi dal “quattro senza”, riesca ad arrivare ad un bronzo olimpico. L’impresa, che vuol dire dodicesima medaglia per l’Italia, è firmata dai campani Marco Di Costanzo e Giovanni Abagnale, 24 anni da Napoli e 21 anni da Castellammare di Stabia, capaci di lottare fino alla fine con le altre imbarcazioni per salire sul podio. Sotto gli occhi del Cristo Redentore di Rio, in finale in acqua tre gli azzurri hanno imbastito subito la gara sul ritmo (43 colpi malgrado il vento contrario) e, al passaggio dei primi 500 metri, erano indietro solo ai sudafricani di meno di mezzo secondo Di Costanzo guardava costantemente a sinistra per cercare di tamponare la situazione, Nel mentre, i neozelandesi dei record (non perdono una gara dal 2009 con 69 di imbattibilità) Mjurray e Bond risalivano rapidamente il campo di gara e già ai 1000 metri erano davanti a italiani e inglesi, per poi prendere il largo definitivamente verso l’oro. Si profilava quindi una lotta a tre per due posti. Ai 1500 metri stra-prima la Nuova Zelanda poi la Gran Bretagna e l’Italia tallonata dal Sudafrica. Partiva così lo sprint finale e mentre i neozelandesi tagliavano il traguardo in  netta solitudine, si ergeva il Sudafrica mentre i nostri riuscivano a tenere a bada il ritorno degli inglesi e a portare a casa increduli il bronzo olimpico. Difficile dire se anche la pallanuoto femminile possa arrivare così lontano; per il momento il Setterosa c’è e la seconda vittoria nel girone, sofferta (con un solo black-out, da 4-2 a 4-4) ma meritata contro l’Australia, proiettano le ragazze direttamente al match coi russi per la importante supremazia del raggruppamento. Sicuramente nel singolare non arriverà a medaglia Fabio Fognini, tennista che si odia e si ama al contempo, capace cioè di salvare con testa e cuore due match point nel secondo turno all’avversario (il francese Paire) e poi negli ottavi di rifilare otto games consecutivi  (da 1/6 1-2 a 6/2 3-0 con 1 palla del 4-1) al numero 2 del mondo, lo scozzese Andy Murray, fino a quel momento falloso e poco determinato, ma domato nel gioco e nelle intenzioni di gioco. Ma il match d’improvviso è girato di nuovo dalla parte dello scozzese che ha infilato la sequela vincente di sei giochi consecutivi approdando così ai quarti e lasciando l’amaro in bocca ad un Fognini vicinissimo all’impresa ma che ha spento la luce sul più bello non trovando più la giustezza dei suoi colpi, nonostante i cori da stadio in suo favore. Però non è detto che non porti una medaglia; in coppia nel misto con l’amica e conterranea di sua moglie, Roberta Vinci, gli azzurri hanno battuto i numeri 2 del tabellone, i francesi Herbert e Mladenovic, per 6/4 3/6 10-8, ed ora nei quarti sfidano gli americani Raam e Venus Williams per entrare nella zona medaglie. Anche per la Vinci è l’ultima chance; infatti nel doppio femminile con Sara Errani, la partita è andata male. Troppe le occasioni sprecate dalle azzurre contro le ceche Safarova a Strycova, Sembrava fatta quando le due italiane si sono trovate avanti 6/4 e 3-0 con due break di vantaggio, invece le ragazze ceche sono risalite 3 pari e le nostre hanno gettato al vento ben 4 palle del 5-3. E nella terza frazione Errani-Vinci sono andate sotto 2-5, tentato il recupero mancando una palla del 5 pari. Ma il treno passa una volta sola. Peccato davvero.

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