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A cura di ANDREA CURTI

giovedì 31 marzo 2016

TEATRO - All'Eliseo di Roma parte la rassegna "Io Mamet e tu" dal 5 aprile: China Doll, Ross è sottoscacco.

Si è svolta oggi, al Teatro Eliseo in Via Nazionale a Roma, la conferenza stampa di presentazione del progetto dedicato alla drammaturgia di David Mamet: IO MAMET E TU. Il primo spettacolo in programma, dal 5 al 24 aprile prossimi, è China Doll, l’ultima attesissima opera di Mamet, scritta per Al Pacino e appena andata in scena a Broadway.
Prima nazionale martedì 5 aprile China Doll – Sotto scacco con Eros Pagni e Roberto Caccioppoli, regia di Alessandro D’Aatri. Due atti, due personaggi e un’atmosfera da legal thriller. Mickey Ross, ricco magnate della finanza, maestro del raggiro, spavaldo capitalista senza scrupoli, capirà ben presto di essere stato incastrato. Adrenalina e nervi tesi sono il carburante di una drammaturgia che con battute, secche, incomplete, evocative, mantiene alta la tensione. La pièce è diretta da Alessandro D’Alatri, dedicata al mondo della politica e della finanza, agli intrighi, alle alleanze e alle strategie che un uomo di potere mette in atto e dai cui complessi ingranaggi rischia di rimanere schiacciato. Di questa versione contemporanea di Re Lear sarà interprete Eros Pagni, uno tra i più grandi protagonisti della scena italiana. Attore, doppiatore, maschera teatrale dal piglio severo, nel cinema è stato diretto da Laudadio, Risi, Comencini, Monicelli, Loy, Magni e Scola, con cui ha vinto insieme a Vittorio Gassman il Nastro D’Argento nel 1998 per il film La cena. In China Doll. Pagni condivide il palco del Teatro Eliseo con Roberto Caccioppoli nel ruolo del giovane assistente Carson.
‘Mamet è come il jazz – spiega Luca Barbareschi da sempre promotore e divulgatore in Italia del
drammaturgo statunitense – Quando ho iniziato a tradurlo per me è stato difficilissimo. I testi sono composti da una serie di botta e risposta molto rapidi, puntini sospensivi e una quantità incredibile di pause. Ho provato con gli attori a trovare significati là dove sembrava esserci il vuoto. Concentrando le nostre energie sul non detto, ben presto abbiamo scoperto che il segreto della scrittura di Mamet è in quello che non è scritto. È il sottotesto che deve emergere. Tra una pausa e una mezza pausa c’è tutta la sua poetica e quando le unisci alla fine diventano musica. È come ascoltare un disco di Miles Davis’.
Con Miller, Mamet può essere considerato il capostipite della drammaturgia mondiale. ‘La prima volta che mi sono imbattuto nella sua scrittura era il 1975, durante i miei primi anni newyorkesi – prosegue Barbareschi – con lui ho trovato subito un’affinità culturale, forse anche per la matrice ebraica, fortissima nella sua scrittura adamantina, e per quell’antidogmatismo e quell’acuta analisi caratterizzata dall’apparente assenza di testo e da un largo uso di quello che viene chiamato dialogo spezzato. La sua forza è nel non dare risposte alle domande, ma semmai nel rispondere a una domanda con un’altra domanda. Non è un caso che Mamet sia stato apprezzato prima dal pubblico europeo, primo fra tutti Harold Pinter, e poi da quello americano’. Vincitore del Premio Pulitzer per il teatro nel 1984 per Glengarry Glen Ross, due volte candidato all'Oscar per la sceneggiatura dei film Il verdetto e Sesso & potere, Mamet ha firmato diversi capolavori di Hollywood tra cui Il postino suona sempre due volte e Gli intoccabili.

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