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A cura di ANDREA CURTI

mercoledì 13 gennaio 2016

TEATRO - All'Orologio di Roma la "Trilogia di Mezzanotte" firmata Gili-Frangipane: "L'ora accanto" apre il progetto esistenziale.

Nell’ambito dei percorsi monografici della stagione Cambiamento Reale del Teatro dell’Orologio di Roma, alla sala Moretti va in scena, dal 19 gennaio al 14 febbraio 2016, la Trilogia di Mezzanotte, composta dai tre spettacoli scritti da Filippo Gili e diretti da Francesco Frangipane (In scena Massimiliano Benvenuto, Silvia Benvenuto, Ermanno De Biagi, Vincenzo De Michele, Michela Martini e Vanessa Scalera). Come in un viaggio a ritroso attraverso il lavoro di Gili e Frangipane, che hanno così iniziato nel 2011 il loro sodalizio artistico, la trilogia si apre con il nuovo e ultimo capitolo, che debutta in prima nazionale: L’ora accanto. Lo spettacolo è inserito nella stagione di Dominio Pubblico (www.dominiopubblicoteatro.it), che giunge quest’anno alla terza edizione. A seguire andranno in scena Dall’alto di una fredda torre, secondo capitolo, e per finire il primo lavoro, Prima di andar via, diventato subito un vero e proprio caso teatrale, tanto da spingere Michele Placido nel settembre 2013 a farne un esperimento cinematografico presentato al TFF - Torino Film Festival nel 2014. Spiega il regista: “Dopo la felice esperienza di Prima di andar via e Dall’alto di una fredda torre, si riparte con L’ora accanto, l’ultimo capitolo di questo intenso percorso drammaturgico e teatrale che va a chiudere quella che abbiamo definito La Trilogia di Mezzanotte. Un Progetto complesso in cui abbiamo voluto affrontare le grandi tematiche esistenziali, ovvero la vita e la morte, il destino e il libero arbitrio, partendo sempre da uno stesso contesto, la famiglia, ma addentrandosi di volta in volta per sentieri dell’anima sempre più misteriosi e inesplorati. Se in Prima di andar via la morte viene vista come possibilità di salvezza e il protagonista la invoca in nome della libertà e della volontà di poter essere artefice del proprio destino e in Dall’alto di una fredda torre l'attenzione si sposta sull’angoscioso dilemma se sia giusto o no incidere sul destino degli altri, ne L’ora accanto si va ancora oltre, si vuole esplorare l’ultraterreno, la morte come dato di fatto che si riaffaccia alla vita. Quindi non più l’addio tra vivi indagato nei precedenti testi, ma il ritorno alla vita, anche se per un’ora soltanto, in una tempesta di emozioni forti che vanno dalla incredulità, alla felicità, alla rabbia, fino alla più totale disperazione per l’ennesimo e stavolta ultimo addio. Il tutto in un’idea di messa in scena che vuole continuare a tenere il pubblico dentro la scena e accompagnare lo spettatore per  mano dentro la storia stessa fino a condividere le emozioni dei personaggi e farsi carico delle domande e dei dilemmi che travolgono i protagonisti”.

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