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A cura di ANDREA CURTI

venerdì 11 settembre 2015

TENNIS - US Open, accaduto l'incredibile: Pennetta e Vinci, in finale per la storia.

L’undici settembre duemilaquindici se lo ricorderanno in molti. Innanzitutto le tenniste italiane, Flavia Pennetta e Roberta Vinci, arrivate a giocarsi l’ultimo atto di uno Slam, gli US Open, dopo aver superato la soglia dei trenta anni, quando molti le davano per “bollite” o giù di lì. Le due, accomunate dalla corregionalità (entrambe pugliesi, la Pennetta di Brindisi e la Vinci di Taranto) e da una conoscenza reciproca che risale a tenera età (insieme hanno vinto il doppio ai French Open juniores del 1999), arrivano a questa incredibile e storica finale con due cammini di vita tennistica e non, assai differenti. La Pennetta ha sempre avuto alti e bassi, grandi prestazioni e sconfitte inaudite, cambi di allenatore (ma sempre spagnoli), un grosso ex fidanzato (altro spagnolo) e uno nuovo ufficiale (Fognini), cambi di partner per il doppio (dalla Dulko alla Hingis per arrivare alla Errani), parecchi danni fisici (su tutti, gli infortuni al polso) che hanno spezzato quella continuità di rendimento che di fatto non ha mai avuto, forse anche per l’emotività che pare celare alla perfezione dietro alla freddezza di un volto deciso e di un fisico mozzafiato da passerelle milanesi e da prime pagine di magazine importanti. Ma a Flushing Meadows, il torneo dove ha raccolto più risultati, ha avuto un cammino incredibile, rimontando e soffrendo nei turni precedenti e distruggendo in semifinale la Halep, ovvero la due del mondo. La Vinci, al contrario, ha avuto una maturazione tecnica e psico-fisica del tutto differente. Partita come doppista per via del suo gioco tecnicamente superbo ma leggerino nei colpi base, con quello splendido rovescetto in back di altri tempi, a poco a poco si è ritagliata un posto nelle prime 11 del mondo in singolare (stessa sorte della Pennetta), mentre con la Errani ha praticamente vinto tutto (a parte le Olimpiadi). E proprio questo appagamento in doppio ( i maligni parlano di una “separazione” della coppia non proprio idilliaca) sembrava averla appiattita in singolare. Ma ecco la reazione: evidente dieta, un fisico senza un grammo in più di grasso, tanta corsa e lucidità tecnico-tattica per venire a capo persino della Williams. E già, proprio l’undici settembre duemilaquindici se lo ricorderà anche Serena Williams, a cui mancava solo il trofeo degli US Open per aggiudicarsi il Grande Slam ed entrare nella storia; ancora si starà chiedendo come ha fatto a perdere dalla Vinci, lei che ha quattro stazze in più della tarantina, più potenza, più fisico, più aggressività. Insomma, a volte la fiaba di Davide contro Golia si materializza. E ora godiamoci l’Evento. Chiunque vinca ci farà felice. E fare un pronostico che si discosti dal fifty-fifty è davvero arduo. In ogni caso il cuore dice Vinci, per il suo gioco, per l’estrosità, per i colpi sotto rete, per la classe dimostrata e la grinta mentre gli esperti indicano la Pennetta come possibile winner in virtù di una maggior potenza nei colpi e padronanza nello scambio da fondo campo. Le due si conoscono bene. Vinci-Pennetta, o Pennetta-Vinci, la finale di uno Slam e non del torneo di Palermo, con tutto il rispetto; per entrambe, comunque vada a finire (domani, ore 21 italiane), la ciliegina sulla torta di una carriera da non dimenticare.

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