Sul palcoscenico del
Teatro Eliseo di Roma, da stasera sino all’11 ottobre, va in scena “Una tigre
del Bengala allo zoo di Baghdad” di
Rajiv Joseph, con l’istrione Luca Barbareschi (che ne cura anche la regia) a
farla da padrone, seguito dai compagni di avventura Denis Fasolo, Andrea Bosca, Marouane Zotti, Hossein Taheri, Sabrie Khamiss, Nadia Kibout (musiche di Marco Zurzolo).
La storia
riguarda una Baghdad devastata dalla guerra. Due marines americani sono messi a
guardia di una tigre in uno zoo della città. È rimasta solo lei: i leoni sono
tutti morti, prima fuggiti e poi uccisi come in un videogame da soldati che non
esitano a sparare e a depredare. Tom, uno dei due marines, dal palazzo di
Saddam ha portato via un water d’oro e lo ha sepolto sottoterra sperando di
venderlo su Ebay, dal corpo del figlio del dittatore ha rubato una
pistola-trofeo. La prima vittima di quell’arma è proprio la tigre, provocata
con uno snack e poi uccisa per aver reciso di netto la mano del soldato. Come
nel giorno della cattura, la tigre è stata di nuovo tradita dal suo istinto. Le
subentra il suo fantasma, il suo spirito morale, animato dal pressante
desiderio di sapere come Dio possa fare finta di nulla in un luogo così
corrotto. Finalista del Premio Pulitzer, "Una tigre del Bengala allo Zoo di
Baghdad" è la visione di Rajiv Joseph degli irrisolti problemi etici del
terzo millennio, una riflessione “selvaggiamente divertente” come è stata
definita dal New York Times.
Nessun commento:
Posta un commento