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A cura di ANDREA CURTI

venerdì 3 luglio 2015

TENNIS - Wimbledon, al terzo turno solo due azzurri: Seppi e la Giorgi, superstiti in cerca di gloria.

Che Wimbledon non sia la superficie preferita dai nostri tennisti è cosa risaputa, che però al giovedì sera dobbiamo ringraziare Dio che almeno due siano approdati al terzo turno (uno per tabellone), è un po' come raccogliere le briciolette. Seppi nel maschile e la Giorgi nel femminile sono ancora in piedi, ma pare non con grandi prospettive perchè nell'immediato futuro (domani) sfideranno rispettivamente l'idolo di casa Murray, 3 del mondo, uno che ha già vinto Wimbledon e le Olimpiadi di Londra sempre all'All England Club, e la danese Wozniacki, n. 5 del ranking, nella sfida tra belle bionde che fa molto glamour, forse più del tennis che esprimono in campo. Va detto che Seppi, se non avesse trovato un Federer mostruoso ad Halle qualche settimana fa (anche due ritiri a favore, quello di Monfils e Nishikori), avrebbe vinto il torneo a mani basse, confermandosi affidabile più sulle superifici veloci (dove la pallina rimbalza poco e anche male) piuttosto che sul rosso. Certo, con Murray è dura, durissima, ma provarci non costa nulla, e lui ci proverà con le forze a disposizione, senza risparmiarsi. Sarebbe bello battere Murray a casa sua, avendo tutti contro, duchi e duchesse compresi. Discorso simile per la marchigiana Giorgi, recente vincitrice del primo torneo in carriera sull'erba olandese di 's-Hertogenbosch, brava a picchiare la pallina con determinazione senza pensare ad altro, a come piazzarla, dove piazzarla, a quale strategia adottare in campo per colpire i punti deboli dell'avversaria di turno. Questi sono optional, lei è stata "programmata" semplicemente per tirare più forte. Tant'è che quando è in difficoltà, e durante il match capita, si smarrisce, non riesce ad uscire dal solito schema e perde partite già vinte; insomma si ha l'impressione di una maturazione che a 23 anni ancora non sembra avvenuta. Chissà che questo Wimbledon invece non le faccia capire che il tennis è anche altro (Schiavone docet). La Wozniacki è esperta, scaltra, di questo bisogna aver timore, non tanto del gioco della danese.

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