L’Ambra Jovinelli di Via
Guglielmo Pepe 43 in Roma ospita, dal 19 al 29 marzo prossimi, “Sono nata il
ventitrè”, atto unico di un’ora e mezza firmato da Teresa Mannino e Giovanna
Donini, per la regia e l’interpretazione della stessa Teresa Mannino
Se è vero che siamo la somma di
quello che siamo stati, di quello che siamo e delle scelte che faremo,
sicuramente questo spettacolo ci mostrerà ciò che ha reso Teresa Mannino,
Teresa Mannino. “Ho voglia di raccontarmi” confessa l’attrice, “Voglio
raccontare al mio pubblico la mia vita, com’ero, come sono cresciuta e come è
cambiato il mondo intorno a me”. Un viaggio nella sua infanzia, tra i piccoli e
grandi traumi di allora che magari poi si sono rivelati formativi. “Sono
diventata quella che sono passando attraverso momenti difficili che mi hanno
fatto crescere. Ecco, voglio raccontarvi i miei traumi; ad esempio? Ad esempio
che ero la terza figlia e quando toccava a me fare il bagno, l’acqua non c’era
più. Un classico. E poi voglio parlare dei calciatori di ieri e di oggi e del
rapporto genitori figli”.
Così, passando attraverso il
racconto della sua infanzia trascorsa nell’ambiente protettivo ma anche adulto
e forte della sua Sicilia, dei rapporti genitori e figli, o quello dei mitici
anni ’70, la Mannino ci racconta la sua versione dei mutamenti avvenuti in
questi ultimi anni.
“La mia forza e determinazione
derivano dalla mia famiglia, dai miei genitori che mi hanno amata
incondizionatamente. Ero una ribelle ma loro mi hanno sostenuta anche quando
non ho seguito le orme familiari, come ad esempio nei miei studi universitari”.
Oggi che da figlia è diventata madre, la siciliana individua nel rapporto
genitori-figli un cambiamento critico per cui siamo diventati iperprotettivi a
scapito di bambini che crescono impacciati ed insicuri. “Siamo genitori
talmente preoccupati di tutelare i figli dai pericoli quotidiani che non curiamo
la società nella quale dovranno crescere”. Tra i traumi della vita non poteva
mancare quello del tradimento. La letteratura classica è piena di eroi ed
eroine infedeli. Ma guarda caso le donne che tradiscono non vengono perdonate e
di solito muoiono, mentre gli uomini traditori non muoiono mai, semmai sono le
amanti a fare una brutta fine. Così la Mannino prenderà in prestito la figura
dell’eroe classico, quella di Ulisse e, alla luce dei tormenti di Penelope,
rivelerà il suo potenziale di antieroe di tutti i tempi.
Sono nata il ventitré è lo specchio dei suoi pensieri; e siccome
pensa sempre quello che dice e dice sempre quello che pensa, sarà un’esperienza
divertente seguire il suo filo logico.
“Sono una persona diretta, nel
bene e nel male. Questo è il mio pregio ed il maggior difetto. Quando mi
interpellano per sapere come la penso rischio sempre di ferire e di essere
ferita. Sembra un paradosso, ma la sincerità può essere male interpretata.
Anche nella mia carriera, soprattutto all’inizio, quando non mi conosceva
nessuno, ho rischiato più volte di lasciare di stucco il pubblico per i miei
modi diretti. Ora si divertono un sacco”.
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