WRITING

WRITING
A cura di ANDREA CURTI

martedì 27 gennaio 2015

TEATRO - All'Ambra Jovinelli di Roma, dal 5 al 15 febbraio, il nuovo show della Reggiani: "Il futuro di una volta", tra speranze distrutte e finte libertà.

All'Ambra Jovinelli di Via Pepe a Roma ecco il nuovo spettacolo di Francesca Reggiani "Il futuro di una volta", in scena dal 5 al 15 febbraio prossimi (biglietti, compresa prevendita, da € 32 a € 17; info 06 83082620 – 06 83082884).
I personaggi vecchi e nuovi si susseguiranno in uno show travolgente portando alla ribalta i volti, straordinariamente riprodotti dal trucco di Adriano Carboni e dai costumi di Marina Sarubbo, di Sabrina Ferilli con i suoi Artigiani della Qualità, le nuove Star capeggiate dalla Deputata del PD Alessandra Moretti, la paladina della Giustizia Milena Gabanelli, il Ministro Mariaelena Boschi e la giovane perenne Patty Pravo…ma come di consueto non mancheranno sorprese come le travolgenti Pubblicità Regresso…LADY LIKE per “un governo Senza Peli Superflui”. Ma oltre alle caricature c'è molto di più. La Reggiani, sia pur ironicamente, si interroga su diversi temi. Il futuro di una volta ci avrebbe sollevato dalla fatica del lavoro grazie alle nuove tecnologie create per alleggerire le nostre esistenze. Oggi, queste tecnologie, alleggeriscono i nostri portafogli e grazie a queste tecnologie veniamo licenziati.
Il futuro di una volta ci avrebbe reso liberi dalla schiavitù dei preconcetti che regnavano sul sesso. Oggi, il sesso viene vissuto attraverso gli imperativi della trasgressione e le regole della perversione che ci hanno imposto una schiavitù ancora peggiore perché ci fa illudere di essere liberi.
Il futuro di una volta ci avrebbe fatto vivere senza essere costretti ad accontentarci di poco. Oggi siamo condannati a non accontentarci mai. E anche vivere, ci sembra poco.
Il futuro di una volta ci diceva che dietro la sofferenza, c’era la speranza di vedere, un giorno, realizzati i nostri desideri. Oggi, la delusione, ci ha insegnato che l’unica speranza che abbiamo per non soffrire è quella di non avere desideri.
Il futuro di una volta urlava a gran voce la voglia di cambiamento e di una nuova classe politica che avrebbe lavorato per i più deboli, per la pace, per la giustizia e per la stabilità. Oggi chi urla a gran voce è proprio questa nuova classe politica, arrogante e incompetente che ha prosperato nell’ingiustizia, ha detto ai più deboli di mettersi l’animo in pace e ha fatto capire a tutti che questa è l’unica stabilità.

Nessun commento:

Posta un commento