A grande richiesta torna a Roma, per la
stagione dell’Accademia Filarmonica Romana al Teatro Olimpico, Alchemy, l’ultima creatura di Moses
Pendleton per la sua compagnia Momix. Dal 18 al 30 novembre l’inesauribile
magia della inimitabile compagnia americana di ballerini-illusionisti ripresenta
- dopo il grande successo e una serie straordinaria di
sold out della scorsa stagione - lo spettacolo che tratta dell’arte dell’alchimia
e dell’alchimia dell’arte. Un lavoro pieno di fantasia, di ironia, di bellezza,
di mistero,
dedicato al mondo minerale sulla scorta dei maghi alchimisti e ispirato all'eterna ricerca dell'oro, segreto
che vive nel profondo della nostra essenza, rivelato solo dagli uomini capaci
di scrutare il mondo con occhi creativi.
Miscelando le sostanze base nei loro alambicchi e
nelle loro fornaci, gli antichi alchimisti cercavano l’elisir di lunga vita o
la formula dell’oro. E in Alchemy Pendleton
svela i segreti dei quattro elementi primordiali – terra, aria, fuoco, acqua –
per creare uno spettacolo che sprigiona arcane suggestioni e attira il pubblico
in una dimensione surreale. Quadri dominati dal rosso, bianco, nero e oro, i colori
alchemici chiave, forze primordiali e incanti misteriosi attirano lo spettatore
in un vortice di suggestioni alla ricerca dell’armonia come essenza profonda
della vita. È
l’incantesimo Momix con Moses Pendleton «Mago
dei Maghi». Gli alchimisti non lavoravano da soli, evocavano gli spiriti
per essere aiutati nei loro riti segreti. Allo stesso modo si dispiega il
processo creativo di Alchemy, con gli
«apprendisti – stregoni» Momix
ad assistere e supportare Pendleton nel percorso.
Per questa sua recente avventura, Pendleton
- che nel 2012 l’Accademia Filarmonica Romana ha nominato suo Accademico
(primo coreografo ad essere insignito di tale riconoscimento)- si è ispirato al racconto di W.B.Yeats “Rosa Alchemica” e, fedele allo spirito di
innovazione che da sempre accompagna la sua celebre compagnia, ha accostato la costante ricerca della danza
a quella degli "...innumerevoli alchimisti divini, che lavorassero
continuamente a trasformare il piombo in oro, la stanchezza in estasi, i corpi
in anime, la tenebra in Dio; e di fronte alla loro opera perfetta avvertii il
peso della mia condizione di mortale, e invocai a gran voce, come tanti altri
sognatori e letterati di questa nostra età hanno invocato, la nascita di quella
raffinata bellezza spirituale che sola potrebbe sollevare e rapire anime
gravate di tanti sogni".
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