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A cura di ANDREA CURTI

martedì 28 ottobre 2014

TEATRO - Il ritorno di Paolo Rossi all'Ambra Jovinelli di Roma: "Arlecchino" ma non troppo.

All'Ambra Jovinelli di Roma, dal 6 al 16 novembre prossimi, un grande ritorno sul palcoscenico romano, quello dell'istrionico, ironico, graffiante Paolo Rossi nei panni di un Arlecchino contemporaneo, anzi, proiettato verso il futuro, irriverente, buffone ma soprattutto infernale. Un Paolo Rossi che abbandona la sua maschera per rivivere nei panni di un “Arlecchino nevrotico e surreale in tono con il Terzo Millennio prossimo venturo” , come l’aveva definito il Maestro Giorgio Strehler.
"Il titolo di questo spettacolo potrebbe anche essere Opinioni di un Arlecchino", ha dichiarato il Signor Rossi, "sicuramente influenzato dal romanzo di Heinrich Böll. Così è. Capitano nella vita libri nei quali è inevitabile identificarsi con la vita del protagonista. E capita anche che ti venga voglia di riraccontarla, raccontando te stesso o viceversa. Certo, nell’opera di Böll, il clown si serviva di una maschera per far critica ad un paese che stava nel cuore di un miracolo economico; per il mio Arlecchino la situazione è capovolta. Ma il percorso di certi comici – quando scelgono di essere voce fuori dal coro e anche se ognuno prende la propria strada - parte comunque dalla stessa via. Del resto spesso dietro ad un racconto, una commedia, un film, si nasconde la struttura di un’altra commedia, di un altro racconto, di un altro film. Nel mio mestiere, ho imparato che quando arriva qualcuno a propormi un’idea che non ha mai avuto nessuno, subito devo rispondere: se non l’ha avuta nessuno, un motivo ci dovrà pur essere!". "Il mio Arlecchino - ha proseguito Rossi - anche se suggestionato da un racconto, è una questione molto personale. Anni fa Giorgio Strehler, con cui ebbi l’onore di collaborare nei suoi ultimi anni di vita, mi spinse a confrontarmi con questa maschera. Mi diede alcuni consigli illuminanti: “cerca di adattare al saltimbanco i tuoi monologhi da stand-up. Che cosa resterà? Da lì improvvisa e assembla… non essere filologico, fallo tuo, se proprio vuoi pensa al primo Arlecchino, quello che andava e veniva dall’aldilà all’aldiquà, più infernale e sulfureo”. Il destino non volle che si portasse a compimento questa impresa, ma ora si ripresenta l’occasione e chiaramente tengo a mente quei consigli lontani. Non solo. Voglio approfondire un mio modo di vedere e far conoscere il teatro popolare… Così come ho fatto nei miei ultimi lavori, come ho descritto nel mio libro “La commedia è finita”. "Per questo" chiosa Rossi "nel mio Arlecchino saranno presenti l’attore, il personaggio – o se volete la maschera, anche senza maschera – e la persona che lo interpreta. Sarà uno spettacolo del tipo in prova. Assieme ad un paio di compagni d’avventura, saltimbanchi musicanti, cercheremo di immaginare insieme al pubblico come adattare a commedia dell’arte il nostro mestiere e anche parte del nostro repertorio; come possiamo trovare nuove strade, dati i tempi in cui vivono i nostri teatri.
Come capitò a molte compagnie nei tempi d’oro della commedia dell’arte, queste strade potrebbero portare anche all’estero, oppure per strada, punto e basta.
Il canovaccio avrà un tormentone: ma se andassimo in una birreria di Amburgo, come potremmo adeguare Arlecchino a quel luogo per sbarcare il lunario? E se andassimo a Las Vegas? O a Khartoum? E così via… Alla fine sarà il pubblico che deciderà se dobbiamo rimanere o è meglio andare chissà dove. Lo spettacolo sarà un assemblaggio di monologhi, canzoni in divenire, fatti personali, ricordi, sogni, storielle e riflessioni sia sulla professione del comico oggi sia su quel che accade nel nostro Paese".
Gli spettacoli hanno come orari le ore 21.00, domenica ore 17.00, lunedì riposo. I biglietti (compresa prevendita) vanno da € 32,00 a € 17,00. Per info: telefonare 06 83082620 – 06 83082884.
 
 

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